Chi siamo

Breve presentazione a cura di Lorena Fantini March

(dal catalogo della mostra del Maggio 2002 presso Palazzo Saffi – Livorno)

Nella scia del ricordo sempre vivo di Giovanni March mi accingo a presentare questo gruppo di pittori, continuatori di un discorso iniziato nel Marzo 1969 nella storica Bottega d’Arte di Livorno con la denominazione di “Pittori Labronici Contemporanei” prima, e successivamente “Livorno Arte”.

Già negli anni ’60, alcuni di essi venivano presentati da March in varie gallerie a Firenze come una “Combutta di Pittori Livornesi, per istinto indipendenti gli uni dagli altri, che seguono ognuno un loro ideale; temperamenti ben nutriti di fede quanta ce ne vuole per indirizzarsi sulla via dell’Arte”.

Negli anni seguenti aderirono a “Livorno Arte” artisti di altre province: Pistoia, Lucca, Pisa e Firenze. Nel Febbraio 1971, in occasione di una Mostra presso la Galleria “Casa di Dante” in Firenze, Giovanni March avvertì la necessità di dare al gruppo una denominazione più allargata nel territorio, che includesse artisti non solo livornesi. Fu così che nello studio dei pittori Beppe Innocenti e Bianca Nelli in Via dei Benci a Firenze nacque il Manifesto col logo Toscana Arte che è tuttora il simbolo della Associazione.

Il tempo ha visto diradarsi le fila dei primi aderenti per cedere il posto ad altri artisti che ne hanno continuato la via fino ad oggi, pur non avendo, alcuni di essi, conosciuto di persona Giovanni March, il quale, purtroppo, ci lasciò a fine ottobre del 1974.

La direzione dell’Associazione proseguì dal 1975 al 1976 sotto la presidenza del pittore Vinicio Masoni, che fu coadiuvato da Mario Petri e Piero Monteverdi nel ruolo di vice presidenti, da Enzo Spagnoli segretario, da Mauro Balzini tesoriere e da Massimo Lipizer nel ruolo di vice tesoriere.

Dal 1977 al 1993 fu presidente il rag. Aroldo Rosini; vice presidenti Mauro Balzini e Albo Favilli; segretari Umberto Petreschi e Giovanni Gargano; tesorieri Mauro Balzini ed Anna Chelli. Nel 1979 vi fu il cambio di un vice presidente, nella persona di Pietro Guideri, cariche invariate fino al 1993.

Dal 1993 al 2001 la carica di presidente fu ricoperta dal critico d’arte Giuseppe Argentieri; di vice presidente e cassiere da Anna Chelli; di segretario da Giovanni Gargano; e di addetto alle pubbliche relazioni da Siliana Lenzi.

Il 2001 è stato un anno triste, di crisi per l’associazione. Anna Chelli ci ha lasciati e la mancanza della sua operosità, del suo entusiasmo, uniti al dolore per la sua perdita, si sono fatti sentire sull’andamento e sull’attività di tutto il gruppo. In settembre il presidente Giuseppe Argentieri si è dimesso per sopraggiunti altri impegni personali.

Mi è stato chiesto, successivamente, di assumere la carica di presidente dell’associazione. Ho accettato, a tempo determinato, e con la ferma intenzione di trasferire al gruppo il mio entusiasmo per la ripresa delle attività. Giovanni Gargano è rimasto segretario e tesoriere, Siliana Lenzi alle pubbliche relazioni; nella riunione del 6 febbraio 2002 è stato eletto vice presidente il cav. Paolo Frediani.

L’attività ha ripreso con pittori giovani e meno giovani, con vecchi e nuovi aderenti i quali, nel ricordo di Giovanni March, desiderano continuare un’Arte che, pur richiamandosi alla lezione macchiaiola nelle suggestive visioni delle marine, delle scogliere, delle barche, dei canali e dei casolari sulle colline, cerca nuovi linguaggi dove talvolta l’irreale rende sconfinati gli orizzonti della realtà.

Toscana Arte: questo nome resta a testimonianza dell’entusiasmo e della generosità di Giovanni March che provvedeva concretamente e munificamente alla realizzazione delle esposizioni del gruppo.

Mio marito ed io abbiamo voluto con questa pubblicazione seguirne l’esempio al fine di lasciare, dopo oltre trent’anni, una traccia tangibile dell’esistenza di un’alternanza generazionale di pittori che pur rinnovandosi mantiene il suo punto di riferimento legato al ricordo del suo fondatore.

Questi pittori rivelano nelle loro opere l’impegno della ricerca di nuovi linguaggi seguendo l’incitamento del Maestro che spronava ad “operare su se stessi” per raggiungere la pienezza della propria espressività. Sono liberi, ma non dimenticano la scuola dei loro predecessori e l’impronta di quell’ambiente culturale dove hanno trovato ispirazione Artisti che hanno scritto il loro nome nella Storia dell’Arte.